Roma si arricchisce di un nuovo prezioso gioiello storico ed artistico: l’8 dicembre scorso è stata infatti riconsegnata al pubblico la Serra Moresca nel Parco di Villa Torlonia. La Serra torna al suo originario splendore dopo anni di abbandono, incuria ed atti vandalici. Due lunghe fasi di restauro sono state necessarie per il ripristino del luogo. La prima tra il 2007 e il 2013 che si è concentrata sul restauro strutturale e decorativo, la seconda appena conclusa ha provveduto a completare ulteriori interventi conservativi e all’allestimento del complesso come spazio museale.
Alessandro Torlonia
C’era una volta il principe Alessandro Torlonia (Roma, 1 gennaio 1800 – Roma, 7 febbraio 1886), quartogenito del banchiere Giovanni, designato dal padre come vero erede dell’impero familiare. Tra i vari palazzi romani a lui assegnati, vi fu anche la villa sulla via Nomentana denominata Villa Torlonia. Alessandro era il più internazionale e cosmopolita tra i figli del banchiere. I lunghi viaggi all’estero rappresentarono per lui l’occasione di confrontarsi con realtà economiche e culturali più evolute. Fu così che Villa Torlonia divenne il luogo in cui poter esprimere il suo amore per l’arte e il suo cosmopolitismo culturale assorbito negli anni giovanili.
Villa Torlonia
Villa Torlonia è una villa neoclassica, progettata dall’architetto Giuseppe Valadier all’inizio dell’Ottocento su un edificio settecentesco preesistente, circondata da un vasto parco. Nella seconda metà degli anni Trenta, il principe Alessandro acquistò altri terreni confinanti con il lato meridionale della Villa per ingrandire la stessa. La nuova acquisizione gli permise di costruire la Casina delle Civette e il complesso della Serra e Torre Moresca. L’architetto chiamato a progettare le nuove costruzioni fu il padovano Giuseppe Jappelli.
Giuseppe Jappelli
Giuseppe Jappelli (Venezia, 14 maggio 1783 – Venezia, 8 maggio 1852) fu tra i più incisivi esponenti del neoclassicismo in Veneto ed è stato architetto, ingegnere idraulico e paesaggista. Realizzò molte importanti trasformazioni di parchi e giardini nella zona di Padova, in particolare del grande Parco di Saonara. Aveva viaggiato in Inghilterra e in Francia, visitato i più bei giardini europei dai quali aveva preso lo spunto per l’utilizzo delle piante esotiche. Nel 1839 il principe Alessandro Torlonia lo chiamò a Roma per realizzare il suo sogno di creare un giardino delle meraviglie e un luogo di delizie sorprendenti per lui e i suoi numerosi ospiti.
Il complesso della Serra e Torre Moresca con la Grotta artificiale
Jappelli aveva concepito il nuovo complesso architettonico inserito in un concetto di più ampio respiro con riferimenti scenografici teatrali e letterari. La Serra che si presentava come un padiglione da giardino costruita in peperino, ferro, ghisa e un grande uso di vetrate colorate, si ispirava dal punto di vista architettonico all’Alhambra di Granada.
Era inoltre destinata ad accogliere piante esotiche e ad ospitare spettacoli per gli ospiti, come testimoniava un vano poco visibile destinato all’orchestra. La Torre era un luogo riservato a pochi amici che godeva di una vista spettacolare con un divano al centro. Tramite l’azione di un particolare meccanismo, il sofà si sarebbe sollevato al bisogno e dalle cucine sottostanti sarebbe salito un tavolo imbandito per la gioia dei convitati.
Tra la Torre e la Serra, Jappelli fece costruire una Grotta artificiale, luogo della Ninfa, con laghetti e ruscelli per destare meraviglia.
L’Orlando Furioso
Il riferimento letterario a cui ispirirarsi, fu per Jappelli, l’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. La Serra può essere identificata con l’accampamento dei Mori, di fronte troviamo il Campo dei Tornei medievale che rappresenta l’accampamento dei Cristiani, la Grotta simboleggia la grotta di Merlino. Lo scopo era stupire, divertire gli invitati con architetture diverse tra di loro tra citazioni colte e divertissements.
Jappelli e Alessandro Torlonia
Jappelli rimase a Roma 13 mesi (marzo 1839 – aprile 1840), nei quali progettò il complesso e lasciò le indicazioni a Giacomo Caneva che lo ultimò con le decorazioni nel 1842. Il rapporto dell’architetto con il principe Alessandro Torlonia non fu dei migliori. Jappelli non amava la vita romana e le esternazioni di grandiosità delle famiglie nobiliari. Considerava il loro modo di vivere troppo legato all’esteriorità e rimpiangeva la vita inglese piu intima ed introspettiva. Nonostante il dispiego di mezzi e maestranze che il principe aveva messo a disposizione per i lavori al fine di soddisfare tutti i suoi desideri di grandiosità ed opulenza, Jappelli in alcune lettere scritte alla famiglia manifestava il dubbio che “da tante spese nascerà cosa mediocre”.
I restauri del complesso
Villa Torlonia è stata acquistata dal Comune di Roma nel 1978. Alla fine del secolo scorso sono cominciati i lunghi restauri dei vari ambienti che compongono la Villa e il Parco. Nel 2007 sono iniziati i restauri del complesso della Serra e della Torre Moresca.
In alcune fotografie scattate negli anni precedenti, ci si può rendere conto dello stato di abbandono in cui versavano gli ambienti. In particolare, per quanto concerne la Serra, erano rimasti solo lo scheletro della struttura e i pilastri in peperino. I soffittti erano interamente crollati e un fitto strato di vegetazione si era impossessato di quel poco che rimaneva.
Restaurare e ricostruire
Il primo intervento di restauro e il più consistente, dal 2007 al 2013, è stato rivolto alla conservazione degli elementi rimasti.
Le strutture in ghisa sono state catalogate
e si è provveduto alla ricostruzione di tutte le parti mancanti rifacendosi agli originali superstiti e ai disegni dell’epoca. Le vetrate sono state ricostruite da una ditta romana attingendo ai
piccoli frammenti ritrovati e con una mappatura dei colori esistenti si è provveduto a ricreare tutte le vetrate.
Le capriate in legno sono state ricostruite con legno di ciliegio da maestranze artigiane.
Si è anche provveduto a dotare la Serra di un sistema di riscaldamento a pavimento.
Non è stato invece installato un condizionatore per il raffreddamento dell’aria perché considerato troppo invasivo per l’architettura dell’ambiente. Di conseguenza la Serra rimarrà chiusa ai visitatori nei mesi di luglio ed agosto. Per la Torre il procedimento seguito per il restauro delle vetrate e delle decorazioni è stato lo stesso. Il foro centrale da cui appariva il tavolo imbandito è stato però chiuso con un vetro e il meccanismo non ripristinato.
Gli elementi decorativi e le vetrate sono così tornati al loro antico splendore. Per quanto concerne la Torre, purtroppo al momento non può essere visitata a causa delle dimensioni ridotte e della pandemia.
Le piante
Grazie ad alcuni disegni ritrovati a Parigi, le piante coltivate nella Serra sono agavi di varie specie, aloe, palme e piccole ananas
che erano presenti come elementi decorativi anche nella facciata principale dell’edificio.
All’esterno sono state inserite le stesse specie di piante.
Lo stupore
Alessandro Torlonia, principe e mecenate ha adottato la parola stupore come leit-motiv delle sue scelte artistiche ed architettoniche. È lo stesso stupore della Roma Barocca dei Papi e lo stesso che proviamo noi quando Roma ci sorprende con queste meravigliose perle nascoste che emergono dal passato e ci raccontano storie sorprendenti di magia e di amore assoluto per l’arte ed il bello.
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