Rimaniamo sempre affascinati, alle volte intimoriti, dai grandi musei, dalle magnifiche e sontuose opere d’arte antiche, moderne e contemporanee. Si è soliti pensare all’arte e alla cultura come un’attività individuale, sia dal punto di vista creativo che dal punto di vista della fruizione da parte del visitatore.
È certo che la creazione e la fruizione individuale di un’opera nasce da un moto individuale, d’altro canto però parlando d’arte e cultura non si può fare a meno di parlare di arte collettiva. È in questo contesto che rientra un tema che negli ultimi anni è oggetto di sviluppi, studi e nuove declinazioni: i distretti culturali, dove attività artistiche e culturali si fondono fra loro, dove artista e fruitore collaborano nel processo creativo, dove i singoli formano una collettività.
I distretti
Ma cosa si intende per distretto culturale e come mai sempre più spesso se ne sente parlare? Il concetto di distretto nasce molti anni fa con i distretti industriali:
Un’entità socioeconomica costituita da un insieme di imprese, facenti generalmente parte di uno stesso settore produttivo, localizzato in un’area circoscritta, tra le quali vi è collaborazione ma anche concorrenza” (Marshall, 1890)
Si tratta di un fenomeno molto diffuso ed ormai radicato sul territorio italiano: il distretto del mobile di Pesaro, il distretto delle ceramiche di Sassuolo o il distretto del San Daniele in Friuli e molti altri ancora. Anche le industrie e le attività artistico culturali tendono ad agglomerarsi e i motivi sono molteplici: innanzitutto la crescente importanza che stanno assumendo dal punto di vista dello sviluppo economico sociale del territorio nazionale, regionale e cittadino; in secondo luogo la struttura e le caratteristiche di queste industrie che le porta a creare una tipologia di bene con un forte valore simbolico e creativo, che necessita di un ambiente flessibile, dinamico ma soprattutto di un fortissimo network e una forte collaborazione e condivisione di idee.
I distretti culturali
Nascono così i distretti culturali o creativi: un sistema di offerta artistico culturale circoscritto a una specifica area geografica, il cui obiettivo è quello di promuovere e valorizzare le risorse culturali, favorendo il turismo e lo sviluppo del territorio. In merito a quest’ultimo punto infatti, il motivo per cui si è sentito sempre più parlare di distretti culturali, risiede nel fatto che siano diventati una strategia di rigenerazione e rivalorizzazione urbana.
Primi esempi di successo di questa nuova tendenza sono il caso della Sicilia, tra le prime regioni in Italia a studiare il fenomeno e a renderlo qualcosa di concreto come nel caso del distretto culturale Taormina Etna; il distretto culturale di Viterbo con l’obiettivo di creare una stretta collaborazione tra istituzioni, imprese e territorio; tra i più recenti si può citare invece il NoLo district a Milano, nato da una social street e diventato in pochi anni un modello di rigenerazione urbana tramite la street art.
Le istituzioni culturali possono dunque diventare un collante non solo per l’attività artistica in sé ma per le persone coinvolte direttamente e indirettamente in esse: per questo motivo risulta evidente come questa tipologia di industrie sia fondamentale non solo per lo sviluppo socio economico, ma anche come punto di ripartenza dopo un periodo buio. La situazione attuale ci ha messo infatti di fronte a numerose difficoltà ed una delle sfere più colpite è stata proprio quella sociale. Gli individui non hanno più avuto la possibilità di incontrarsi. Ecco dunque come il distretto culturale diventano l’occasione per riscoprire quella collettività perduta.
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