I lampascioni fanno parte, ancora oggi, di quella categoria di ortaggi poco noti alla maggior parte dei palati italiani.
La forma è quella di un cipollotto, ma il sapore e l’odore sono totalmente differenti. L’ambiente in cui nascono e crescono è quello della macchia mediterranea. I lampascioni sono presenti da sempre sulle tavole lucane e altresì in Puglia e Calabria.
Andiamo a scoprire l’origine e gli utilizzi di questo ingrediente che saprà stupirci dal punto di vista culinario e curativo!
Storia e origini dei lampascioni
Il nome della pianta in origine era Muscari comosum, poiché la forma dell’infiorescenza è quella di un giacinto a grappolo. Appartiene alla famiglia delle Liliacee, di cui fanno parte anche aglio e cipolla.
Infatti i lampascioni, come questi, crescono sottoterra. I fiori del lampascione si caratterizzano per i toni violacei e la forma che richiama una campana. Mentre il bulbo si sviluppa nel terreno, il fusto che fuoriesce può raggiungere anche i 50 centimetri di altezza.
Venivano adoperati in cucina da Egizi, Greci e Romani, questi ultimi li importarono dalla Libia. La loro coltivazione era attecchita anche nel territorio dell’antica Apulia. Numerosi studiosi nel I secolo d.C. tra cui Dioscoride, Ovidio e Plinio avevano decantato le proprietà mediche e afrodisiache di tale bulbo. Quelli provenienti dalla Grecia erano ritenuti i migliori dal punto di vista qualitativo. Il prodotto iniziò a essere molto diffuso nei banchetti romani, tant’è che Diocleziano nel 301 d.C. ne fissò il prezzo per le differenti varietà in commercio.
Il primo a chiamarli lampascioni fu Oribasio, un medico e scrittore dell’Impero del IV secolo d.C. dando l’appellativo di lampadion.
Ricette della tradizione
Il sapore dei lampascioni è un sapore forte, dal gusto deciso e amarognolo. Di fatti, per addolcire l’amarezza che li contraddistingue, il primo passo è quello di lasciare i bulbi a mollo in acqua per alcune ore. Successivamente vanno bolliti affinché l’amaro si attenui. Solo così sarà possibile gustarli in svariati modi e ricette che saranno capaci di sorprendere anche i palati più raffinati.
Fra le pietanze tradizionali sicuramente la più semplice è l’insalata di lampascioni. Basterà tagliargli a spicchi e insaporirli con sale, prezzemolo, peperoncino e un filo d’olio.
Tra i piatti tipici che fanno uso di questo elemento nella sua preparazione, la frittata di lampascioni è certamente un alimento ricco e nutriente. Un altro secondo interessante da provare è lampasciun e ove scigghiat’, ovvero lampascioni e uova strapazzate, uniti all’ingrediente per eccellenza, il peperone crusco, e la ricetta sarà ancor più gustosa.
E se amate il fritto, i lampasciun cresciut’, le frittelle di lampascioni, sapranno conquistarvi e rendere l’aperitivo ancor più goloso se abbinati con un buon bicchiere di bollicine.
I lampascioni sott’olio sono sicuramente il metodo migliore per gustarli tutto l’anno e accompagnare i vostri antipasti.
Curiosità: proprietà mediche e afrodisiache
Le proprietà dei lampascioni sono note fin dall’antichità. A essi vengono attribuite facoltà diuretiche, depurative e lassative. Ma fate attenzione a non mangiarne troppi se non volete incappare in meteorismo e gonfiore.
Dal punto di vista alimentare i lampascioni sono ricchi di sali minerali, fibre e vitamine. A questi sono riconosciute anche qualità antiossidanti e antitumorali, data l’elevata presenza di flavonoidi.
Ai lampascioni vengono imputate anche virtù afrodisiache. Plinio sosteneva, nel Naturalis historia, che i bulbi provenienti da Megara, città greca, stimolassero la sete amorosa.
Nell’opera De re rustica, principale fonte che racchiudeva studi e pratiche sull’agricoltura romana, lo scrittore Columella descriveva come tali bulbi incitassero all’amore.
Per questo motivo nei banchetti nuziali romani era consuetudine offrire ai novelli sposi dei lampascioni come buon augurio.
Se molti scrittori e studiosi hanno saputo decantare le qualità di questo ortaggio che arricchiva le tavole imperiali, lasciatevi conquistare anche voi dalla bontà delle sue preparazioni e dalla vivacità dei suoi poteri.
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